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barbleu parbleu

spettacolo d’ombre liberamente tratto dalla fiaba di Barbablù e dal caso Landru

di e con Valerio Marini

voce Rossella Viti/Ass.ne Ippocampo

co-prodotto da Verdecoprente 2021 - Esercizi sul valico

 

grazie a

Daniele Deserti

Teatri della Viscosa (Laura Pece/Stefano Greco)

Associazione Ippocampo (Rossella Viti/Roberto Giannini)

 

SINOSSI

“Barbleu Parbleu” è uno spettacolo che ruota attorno a due personaggi e alle loro storie crudeli: Barbablù e Henri Desiré Landru.

Il primo è il celebre principe della fiaba che ha terrorizzato intere generazioni, in cui una giovane Sposa trasgredisce l’ordine del marito, apre la porta proibita e scopre i cadaveri delle sue precedenti mogli; il secondo, invece, è un assassino giustiziato nel 1922 che, nella Francia della Grande Guerra, ha adescato dieci donne (per lo più vedove e divorziate) tramite annunci matrimoniali per impossessarsi dei loro averi e poi ucciderle.

Figura archetipica della cultura occidentale, Barbablù ha ispirato una vasta produzione letteraria, fiabesca, operistica e psicoanalitica, fino a divenire un soggetto particolarmente caro ai surrealisti (tanto da comparire nel programma del “Primo Manifesto del Teatro della Crudeltà” di Artaud”). Anche la figura di Henri Landru non fu da meno: vero e proprio mito moderno, il suo caso attrasse l’opinione pubblica e l’attenzione di criminologi, scrittori e intellettuali del suo tempo, divenendo poi il soggetto di opere cinematografiche (da “Monsieur Landru” di Chaplin al biografico “Landru” di Chabrol).

Le due vicende (una immaginaria, l’altra reale) presentano così tanti punti di contatto che ho ceduto alla tentazione di intrecciarle, alternandole tra loro e rielaborandole in chiave onirica attraverso la tecnica pre-cinematografica delle ombre, riprendendo anche una certa tradizione del teatro di figura di creare spettacoli tratti dalla cronaca nera. Anziché narrarle in maniera didascalica o documentaria le due storie si alternano per blocchi visivi fino a compenetrarsi e a mescolarsi nei loro elementi reali e fantastici.

Proiettate all’interno di un grande armadio (arredo da sempre carico di implicazioni simboliche), le foto e le caricature di Landru, i ritratti delle sue vittime e gli articoli di giornale sono i materiali documentali per comporre dei collages dal sapore dadaista e ripercorrere la storia di quello che la stampa dell’epoca definì il “Barbablù di Gambais”; la narrazione della fiaba, invece, è affidata all’animazione in chiave surrealista di sagome di volti, scale, chiavi, paesaggi antropomorfi, oscure caverne e porte proibite, attraverso un largo uso di effetti prodotti artigianalmente quali sfumature, dissolvenze, sovrapposizioni e distorsioni.

Brani da cafè chantant, canti patriottici della Grande Guerra e discorsi presidenziali restituiscono il clima storico in cui l’affaire Landru ha avuto luogo, mentre sonorità dense, cupe e ossessive sottolineano il carattere inquietante della fiaba. Quale unico elemento familiare e rassicurante, una voce di donna legge la storia di Barbablù, ora coincidendo ora divergendo dalle immagini che scorrono in sottofondo, accompagnando lo spettatore in una progressiva discesa negli inferi.

LINK VIDEO

 

TRAILER https://www.youtube.com/watch?v=u5EqdwNuFUM

VIDEO INTEGRALE https://youtu.be/GCSsWjZPw48

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