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PROGETTO "PETROLIO"

work-in-progress liberamente tratto da "Petrolio" di Pier Paolo Pasolini

IL ROMANZO

“Petrolio” è, com’è noto, l’ultimo romanzo di Pasolini, al quale l’autore ha dedicato gli ultimi anni della sua vita e al quale sembra essere legata la sua morte. Si tratta di un’opera monumentale incompiuta, composta principalmente di appunti, bozze, grafici e note schematiche, in cui riferimenti politici, storici, culturali e mitologici si fondono a materiali di natura autobiografica.

Lungi dal voler sintetizzare l’intero, corposo volume, vorremmo individuare alcuni livelli che, nella lettura, ci hanno portato a volerci dedicare a questo progetto.

Da un punto di vista narrativo, l’intera vicenda ruota attorno alla figura dell’ingegnere Carlo Troya e all'evento epocale nella sua esistenza che apre il romanzo: la sua scissione in due entità distinte. Carlo Troya, infatti, si ritrova letteralmente diviso in due: Carlo di Polis e Carlo di Tetis, i quali cominciano a vivere ciascuno una propria vita, talvolta scambiandosi anche di ruolo, attraversando numerose vicende tanto private (la carriera, la scoperta di una sessualità eccessiva, la trasformazione in donna) quanto legate alla sfera pubblica (la vita politica italiana, l’Eni). Pur conducendo ciascuno il proprio percorso all’interno del romanzo, le vite dei due Carlo rimangono comunque sottilmente intrecciate, per cui all’ascesa sociale di Carlo di Polis corrisponde una graduale discesa negli inferi del vizio di Carlo di Tetis, mentre alla corruzione morale del primo fa da contraltare una sorta di liberazione e di realizzazione dell’anima nel secondo.

Oltre agli stimoli offerti dalla trama, ricca e variegata, ad averci affascinato è il carattere eclettico di quest'opera, in cui sono impiegate diverse tecniche di scrittura (dalla narrativa al reportage giornalistico, dal saggio filosofico al racconto nel racconto) e in cui numerosi riferimenti mitologici vengono trasposti negli anni in cui è stato scritto il romanzo (un esempio fra tutti, il vello d’oro delle “Argonautiche” di Apollonio Rodio diventa il petrolio conteso dalle superpotenze occidentali, in una lunga sezione del romanzo, rimasta appena accennata, in cui l’opera greca viene completamente riscritta adattandola agli anni settanta e ai personaggi del romanzo).

È inoltre un romanzo in cui uno dei temi più cari a Pasolini emerge in maniera insistente, ossia i rapporti tra classe dominante e classi subalterne, questione qui affrontata a più livelli, dal locale (le borgate romane) al globale (il Terzo Mondo costantemente affamato e sterminato a più riprese dai paesi industrializzati), con visioni apocalittiche e involontariamente profetiche.

 

L’ADATTAMENTO

Anzitutto, la scelta di affrontare una materia tanto magmatica quanto complessa ha origine da diversi stimoli.

Da un lato, il 2015 è l'anno in cui ricorre il quarantennale della morte dell'autore, e volevamo rendergli omaggio cercando di dare vita all'ultima e incompiuta delle sue fatiche.

Dall'altro, proprio l'incompiutezza di quest'opera si presta ad un lavoro sperimentale che oscilli tra astrazione e rappresentazione (che costituisce di fatto la nostra ricerca nell'ambito del teatro di figura).

La scelta di adattare “Petrolio” secondo le tecniche del teatro di figura deriva dal carattere “popolare” che questo genere di teatro ha alla sua base. Comunemente definito “teatro di burattini” e, almeno in Italia, concepito quasi esclusivamente per l'infanzia, il teatro di figura ha connaturato quel continuo passaggio dall'alto al basso che ritroviamo anche nell'opera di Pasolini, in cui il registro popolare e il registro colto si intrecciano contaminandosi l'un l'altro. Del resto, lo stesso autore aveva mostrato interesse verso questo genere di teatro, col suo “La terra vista dalla luna” i cui personaggi erano proprio delle marionette.

Pertanto, alla varietà di generi letterari adottati da Pasolini, è nostra intenzione impiegare diverse tecniche del teatro di figura: burattini, marionette, sagome, ombre, maschere, pupazzi, scritte e grafici.

I diversi capitoli e personaggi del libro saranno dunque trattati ciascuno secondo una diversa tipologia di tecnica. I personaggi principali saranno burattini, marionette, pupazzi e maschere, le scene oniriche saranno rappresentate utilizzando sagome, i racconti nel racconto invece saranno messi in scena utilizzando le ombre, mentre le parti d'inchiesta, a loro volta, saranno rese attraverso grafici e mappe animate.

Lungi dal ricercare una coerenza stilistica e dal seguire la consequenzialità logica del romanzo, per meglio aderire al testo di Pasolini lo spettacolo avrà un carattere grezzo, caratterizzato da una drammaturgia per frammenti di diversa durata (esattamente come gli appunti di “Petrolio” variano da due-tre parole a decine di pagine), alcuni dei quali dalla collocazione variabile all’interno dello spettacolo, per cui ogni sera lo spettacolo potrebbe essere diverso (variando l’ordine delle scene). Un altro aspetto sul quale vorremmo lavorare è la simultaneità di due o più scene, come la compresenza di appunti e note su una stessa pagina.

Da un punto di vista sonoro, sarà compiuto un lavoro di analisi del testo alla ricerca dei suoni e dei canti contenuti al suo interno, i quali costituiranno i materiali di partenza per una partitura sonora dello spettacolo. A tal fine, potrebbe esserci la possibilità di coinvolgere un musicista esterno alla compagnia, al quale sarà affidata l’elaborazione della drammaturgia sonora.

Una scena fortemente dinamica, dunque, in cui gli appunti di Pasolini possano prendere corpo e, mantenendo intatta la loro enigmaticità, portare lo spettatore a interrogarsi e a ricostruire un proprio personale viaggio all'interno di “Petrolio”.

 

LO SPAZIO SCENICO – UN TEATRINO PER PASOLINI

Lo spettacolo si svolgerà all’interno di un teatrino per burattini.

Si tratta di una scatola teatrale caratterizzata da una struttura autoportante e da un boccascena di 90 x 60 cm, sormontata da una cimasa lignea raffigurante due putti e incorniciata da due telamoni di cartone raffiguranti Pasolini nudo e vestito.

La scelta di accorpare due elementi tanto differenti (il barocchismo della cimasa e la “povertà” del cartone dipinto) nasce sempre da quell’idea di contraddizione che abbiamo riscontrato nel testo.

I due ritratti di Pasolini, inoltre, richiamano lo sdoppiamento del protagonista del romanzo.

L’illuminazione sarà allestita all’interno del teatrino. Tuttavia, potrebbe rivelarsi utile l’impiego di faretti esterni alla struttura (e quindi forniti dal teatro) per l’illuminazione dei suoi elementi decorativi.

 

STUDIO I : “4365BIS”

 Si è trattato di uno studio, della durata di 20 minuti, per ombre e sagome dipinte presentato il 5 aprile 2015 nell’ambito della rassegna “Pasolini” a cura del Trenta Formiche e di Formicola Teatro.

In quell’occasione, abbiamo scelto di affrontare due parti del romanzo: l’Appunto 43 (“Storia della città di Patna e della regione del Bihar”) e l’Appunto 65bis (“Giardino medievale”). Capitoli per certi aspetti opposti, sia per il soggetto che per i loro protagonisti (i personaggi presenti nell’uno sono totalmente assenti nell’altro), comune a entrambi è il fatto che appartengono al registro dell’immaginazione: il primo, infatti, è un racconto di fantasia narrato per diletto durante una festa alto-borghese; il secondo, invece, è una “visione medievale”, una rappresentazione astratta dei modelli culturali del protagonista. Narrazione corale e dinamica il primo, visione statica il secondo, la loro messa in scena avveniva in maniera simultanea, attraverso l’impiego di due tecniche distinte (teatro d’ombre e sagome) con lo scopo di porre lo spettatore dinanzi a quella contraddizione esistente tra paesi del terzo mondo e paesi occidentali cui l'autore più e più volte si sofferma.

Mentre sullo sfondo ombre animate mostravano la distruzione della città di Patna e della regione indiana del Bihar ad opera delle popolazioni occidentali, sul proscenio sagome dai colori accesi, raffiguranti i “valori” occidentali ridotti a vuote icone, apparivano e scomparivano in maniera insistente, cercando di distrarre lo spettatore e occultare la tragedia sullo sfondo.

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